Oggi si conclude la seconda settimana di navigazione. Nemmeno questa è stata una settimana esaltante, perchè il vento ha continuato a soffiare da sud/est sui 25 nodi, costringendoci a bolinare senza tregua, ma almeno abbiamo navigato in un campo di alta pressione, con sole, cielo azzurro e tante stelle.
In pratica è come se avessimo percorso ormai poco meno di 2000 miglia non in una barca a vela, ma in una gigantesca lavatrice: uscendo in pozzetto o stando al timone, si attiva il programma "lavaggio", con onde frangenti che ci lavano per benino; rimanendo invece all'interno attiviamo il programma "centrifuga", che ci catapulta da un lato all'altro della spaziosa dinette. Il colpevole di tutto, ovviamente, è il mare che, alimentato dal vento, ci viene addosso imponente, disordinato, formando muri d'acqua frangenti dai quali ogni tanto cadiamo provocando sonori schianti.
Siamo quasi alla fine e anche se le ultime 400 miglia dovessero essere gloriose e facili (del che dubitiamo), questo passaggio rimarrà nella nostra memoria come uno dei più vivaci che abbiamo affrontato, direi secondo solo a una traversata Caraibi-Azzorre nel 93, dove prendemmo la coda di un ciclone extratropicale. Mentre scrivo stiamo passando la linea che delimita l'inizio del Tropico del Capricorno: 23°26'Sud. Inizia a fare caldo e le giacche imbottite, i calzettoni e i maglioni vengono buttati da parte. A dire la verità, uno degli aspetti positivi di questa navigazione è che non abbiamo mai avuto freddo, il che non è poco!
Siamo un po'stufi e stanchi, ma l'arrivo a Papeete entro 3 o 4 giorni, ci dà la carica e ci tiene di buon umore. La scelta di atterrare a Papeete è venuta quasi spontanea: l'angolo che l'eterno sud/est ci fa tenere, mette la nostra prua proprio sull'isola di Tahiti. Ci dispiace molto saltare ancora una volta le Australi, neglette dai più, ma sicuramente piene di fascino dovuto ai racconti dei balenieri di un tempo. E va bè, sarà per un'altra volta (??).
La vita di bordo ha ritmi regolari: un po' di timone per affrontare meglio le grandi onde, un paio di pasti possibilmente caldi, frequenti pisolini di giorno e di notte non solo per riposare, ma anche quelli per passare il tempo, due collegamenti radio con amici sparsi nel Pacifico e almeno una decina di collegamenti per ricevere cartine meteo di tutti i tipi. I bollettini delle ultime ore prevedono addirittura bonaccia a partire da oggi. Non sappiamo se sperarlo o no, perchè non vorremmo trovarci senza vento e con mare grosso residuo: sarebbe un po' la ciliegina sulla torta!
La lettura è un'altra attività abbastanza gettonata: Luigi legge la storia dell'Italia partigiana di Bocca (!) che giaceva da anni nella biblioteca di bordo, io provo ogni tanto con il meno impegnato Jeffrey Archer e Davide è il diligente operatore che ci fornisce continuamente notizie meteo, avvalendosi anche dei suggerimenti di Riccardo, nostro routier da Milano.
Tutto qui. Siamo agli sgoccioli. Il prossimo racconto da Papeete sarà pieno di gioia, di bei colori e di incantevoli atolli che ci aspettano!
martedì 29 aprile 2008
giovedì 24 aprile 2008
Radio in avaria
Ricevo da Davide:
Ciao a tutti
volevo solo dirvi che la ns radio di bordo sta avendo qualche problemino, nel senso che ogni tanto si spegna senza motivo. Se non doveste più sentirtci non preoccupatevi quindi, arriveremmo a Tahiti in max due settimane.
A bordo tutto bene, abbracci
Davide e Co.
Ciao a tutti
volevo solo dirvi che la ns radio di bordo sta avendo qualche problemino, nel senso che ogni tanto si spegna senza motivo. Se non doveste più sentirtci non preoccupatevi quindi, arriveremmo a Tahiti in max due settimane.
A bordo tutto bene, abbracci
Davide e Co.
mercoledì 23 aprile 2008
BURRASCA
E' passata una settimana dalla nostra partenza: sette giorni molto pesanti che vogliamo dimenticare in fretta.
Tanto per cominciare, la storiella della tempesta che passa e gli augelli che fanno festa è durata solo un paio d'ore. L'infingarda, infatti, ci ha fatto una finta per indurci a lasciare la grande baia dove eravamo super protetti e ci ha aspettato al varco, appena ci siamo catapultati in oceano. Giusto il tempo di dire "oibò!" e ci sono venuti addosso una serie di temporali con fiocchi e contro fiocchi, acquazzoni, tuoni e lampi e un vento forte dalla direzione imprecisata. Di preciso c'era soltanto il fatto che, malgrado i numerosi bordi , ce lo trovavamo sempre sul naso. E' passata così la prima notte. Saremmo potuti tornare indietro, ma ormai la inevitabile riluttanza psicologica a partire, lasciando il noto per affrontare l'ignoto, era stata superata e quindi, avanti!
Sono seguiti due giorni mediocri, con vento sempre instabile, che ci ha permesso di avanzare molto poco. Dovevamo vedercela con un mare grosso e confuso, onda stanca ma ancora alta dei giorni precedenti e onda nuova premonitrice del vento futuro: tutto un incrocio assai fastidioso.
A dire la verità non eravamo preparati a un inizio così vivace e l'umore a bordo ne ha un po' risentito: poca voglia di scherzare, poca voglia di parlare, poca voglia di mangiare. Le cartine meteo che spesso prendiamo durante il giorno e le informazioni degli amici che seguono la nostra navigazione da lontano concordavano nell'annunciare l'arrivo di un sud/est molto forte. E' arrivato, e da quel momento ci siamo infilati in una burrasca forza 8, che vuol dire 40 nodi fissi, con un mare spaventoso, furioso, esagerato. A fatica abbiamo mantenuto i collegamenti radio con l'Italia, durante i quali, abbarbicati al tavolo da carteggio, dichiaravamo "tutto bene a bordo"! In realtà avremmo voluto dire che eravamo sballottati, sbalzati da un mobile all'altro, fradici,stanchi, insonnoliti, svogliati,impotenti, ma tanto, tanto speranzosi di uscirne al più presto. Ad aggravare il tutto, dopo poche ore dall'inizio della burrasca, un'onda ha sfondato il laterale della capottina e alcune ore dopo, un'altra onda, trovandosi un bel varco aperto, è salita in pozzetto e ha sfondato anche quello sottovento.
Non esistevano turni: ogni tanto il sonno, che a un certo punto vince su tutte le sensazioni e resistenze, ci permetteva di appisolarci per qualche ora. Mangiare, che parolona! Pezzi di formaggio, di pane e qualche mela. Facendo numeri da circo equestre una volta ci siamo concessi un tè caldo! Luigi e io avevamo già vissuto esperienze (rare) di quel genere, mentre per Davide è stato un "battesimo" piuttosto duro! Penso che se appena appena avesse potuto, si sarebbe infilato un dopiopetto grigio con cravatta a righe e se ne sarebbe tornato immediatamente a fare il manager...
La burrasca è durata 55 ore e vi assicuro che sono tantissime!! Avevamo luna piena, di solito una bellissima compagnia, ma temporali e nubi ce l'hanno celata quasi sempre. Anzi, ogni tanto capitava che la rotonda casta diva spuntasse per qualche minuto lucidando la superficie delle montagne d'acqua e illuminando in modo sinistro le creste bianche frangenti. E Va Pensiero? Pochissimo invelato (una trinchettina) e incurante della furia degli elementi e dello stato d'animo degli occupanti, solcava leggerissimo i cavalloni, assecondandone i movimenti, scrollandosi di dosso i frangenti di passaggio e, soprattutto, mantenendo la rotta per la Polinesia. La fine della discesa del barografo e la conseguente risalita ci hanno fatto capire che il peggio, finalmente, era passato. Dopo le famigerate 55 ore, infatti, il vento ha cominciato a ruotare e a diminuire, stabilizzandosi a nord/ovest. Durante il giorno è apparso il sole, che asciuga e rincuora: proprio le due cose di cui avevamo bisogno!
Miglia non ne abbiamo fatte tante, ce ne mancano circa 1400 a Tahiti o 1200 alle Australi, ma considerando il tostone che abbiamo preso, Luigi è più che soddisfatto. Abbiamo ancora venti dal settore ovest, sui 15 nodi e procediamo a farfalla con randa e genoa tangonato. Siamo sempre tallonati da onde che non mollano, ma nettamente più basse delle altre: ci inseguono e prima di raggiungere la poppa si infilano diligenti sotto la barca, sollevandola e rispuntando davanti alla prua. Alcune, indisciplinate, tentano di salire a bordo, ma è roba di poco conto! Abbiamo messo la lenza per la prima volta e pescato subito una sfortunata lampughina di poco più di un chilo che è finita immediatamente nella pancia di Luigi e di Davide. Oggi grandi lavacri di persone e indumenti e prospettive di pranzetti e cenette da guida Michelin.
Dimenticavo una nota bellissima in mezzo a tutto quel baillame: gli albatros! Grandi, imponenti, eleganti, ci hanno fatto compagnia durante tutta la navigazione, quasi per farci coraggio e per farci sorridere!
A risentirci, amici cari, esco a godermi un meritato tramonto infuocato.
Tanto per cominciare, la storiella della tempesta che passa e gli augelli che fanno festa è durata solo un paio d'ore. L'infingarda, infatti, ci ha fatto una finta per indurci a lasciare la grande baia dove eravamo super protetti e ci ha aspettato al varco, appena ci siamo catapultati in oceano. Giusto il tempo di dire "oibò!" e ci sono venuti addosso una serie di temporali con fiocchi e contro fiocchi, acquazzoni, tuoni e lampi e un vento forte dalla direzione imprecisata. Di preciso c'era soltanto il fatto che, malgrado i numerosi bordi , ce lo trovavamo sempre sul naso. E' passata così la prima notte. Saremmo potuti tornare indietro, ma ormai la inevitabile riluttanza psicologica a partire, lasciando il noto per affrontare l'ignoto, era stata superata e quindi, avanti!
Sono seguiti due giorni mediocri, con vento sempre instabile, che ci ha permesso di avanzare molto poco. Dovevamo vedercela con un mare grosso e confuso, onda stanca ma ancora alta dei giorni precedenti e onda nuova premonitrice del vento futuro: tutto un incrocio assai fastidioso.
A dire la verità non eravamo preparati a un inizio così vivace e l'umore a bordo ne ha un po' risentito: poca voglia di scherzare, poca voglia di parlare, poca voglia di mangiare. Le cartine meteo che spesso prendiamo durante il giorno e le informazioni degli amici che seguono la nostra navigazione da lontano concordavano nell'annunciare l'arrivo di un sud/est molto forte. E' arrivato, e da quel momento ci siamo infilati in una burrasca forza 8, che vuol dire 40 nodi fissi, con un mare spaventoso, furioso, esagerato. A fatica abbiamo mantenuto i collegamenti radio con l'Italia, durante i quali, abbarbicati al tavolo da carteggio, dichiaravamo "tutto bene a bordo"! In realtà avremmo voluto dire che eravamo sballottati, sbalzati da un mobile all'altro, fradici,stanchi, insonnoliti, svogliati,impotenti, ma tanto, tanto speranzosi di uscirne al più presto. Ad aggravare il tutto, dopo poche ore dall'inizio della burrasca, un'onda ha sfondato il laterale della capottina e alcune ore dopo, un'altra onda, trovandosi un bel varco aperto, è salita in pozzetto e ha sfondato anche quello sottovento.
Non esistevano turni: ogni tanto il sonno, che a un certo punto vince su tutte le sensazioni e resistenze, ci permetteva di appisolarci per qualche ora. Mangiare, che parolona! Pezzi di formaggio, di pane e qualche mela. Facendo numeri da circo equestre una volta ci siamo concessi un tè caldo! Luigi e io avevamo già vissuto esperienze (rare) di quel genere, mentre per Davide è stato un "battesimo" piuttosto duro! Penso che se appena appena avesse potuto, si sarebbe infilato un dopiopetto grigio con cravatta a righe e se ne sarebbe tornato immediatamente a fare il manager...
La burrasca è durata 55 ore e vi assicuro che sono tantissime!! Avevamo luna piena, di solito una bellissima compagnia, ma temporali e nubi ce l'hanno celata quasi sempre. Anzi, ogni tanto capitava che la rotonda casta diva spuntasse per qualche minuto lucidando la superficie delle montagne d'acqua e illuminando in modo sinistro le creste bianche frangenti. E Va Pensiero? Pochissimo invelato (una trinchettina) e incurante della furia degli elementi e dello stato d'animo degli occupanti, solcava leggerissimo i cavalloni, assecondandone i movimenti, scrollandosi di dosso i frangenti di passaggio e, soprattutto, mantenendo la rotta per la Polinesia. La fine della discesa del barografo e la conseguente risalita ci hanno fatto capire che il peggio, finalmente, era passato. Dopo le famigerate 55 ore, infatti, il vento ha cominciato a ruotare e a diminuire, stabilizzandosi a nord/ovest. Durante il giorno è apparso il sole, che asciuga e rincuora: proprio le due cose di cui avevamo bisogno!
Miglia non ne abbiamo fatte tante, ce ne mancano circa 1400 a Tahiti o 1200 alle Australi, ma considerando il tostone che abbiamo preso, Luigi è più che soddisfatto. Abbiamo ancora venti dal settore ovest, sui 15 nodi e procediamo a farfalla con randa e genoa tangonato. Siamo sempre tallonati da onde che non mollano, ma nettamente più basse delle altre: ci inseguono e prima di raggiungere la poppa si infilano diligenti sotto la barca, sollevandola e rispuntando davanti alla prua. Alcune, indisciplinate, tentano di salire a bordo, ma è roba di poco conto! Abbiamo messo la lenza per la prima volta e pescato subito una sfortunata lampughina di poco più di un chilo che è finita immediatamente nella pancia di Luigi e di Davide. Oggi grandi lavacri di persone e indumenti e prospettive di pranzetti e cenette da guida Michelin.
Dimenticavo una nota bellissima in mezzo a tutto quel baillame: gli albatros! Grandi, imponenti, eleganti, ci hanno fatto compagnia durante tutta la navigazione, quasi per farci coraggio e per farci sorridere!
A risentirci, amici cari, esco a godermi un meritato tramonto infuocato.
martedì 22 aprile 2008
Leggero miglioramento
domenica 20 aprile 2008
Forza Otto
Contatto radio col Va' Pensiero: 20 Aprile 2008 ore 08:30 ora italiana.
Posizione 33 gradi 9 primi Sud, 176 gradi 50 primi Ovest
Da 24 ore hanno mare e vento forza otto. Non hanno ancora deciso se andare a Tubai o a Tahiti.
Posizione 33 gradi 9 primi Sud, 176 gradi 50 primi Ovest
Da 24 ore hanno mare e vento forza otto. Non hanno ancora deciso se andare a Tubai o a Tahiti.
martedì 15 aprile 2008
Passata è la tempesta, odo augelli far festa...
"Passata è la tempesta, odo augelli far festa"..........
Pur essendo di casa in Nuova Zelanda, paese notoriamente inclemente dal punto di vista meteorologico, raramente, cari amici, abbiamo visto e vissuto un tempaccio come quello degli ultimi 5 giorni. Tra vento a 55 nodi e pioggia torrenziale, non si capiva più niente. Per fortuna avevamo fatto in tempo ad arrivare a nord, nella Bay of Islands, ottima protezione da qualsiasi intemperia e quindi ce ne siamo rimasti lì, a cuccia, in attesa dell'immancabile miglioramento.
Ieri pomeriggio è riapparso il sole, il vento è sceso notevolmente ed è girato a nord. Oggi, mercoledì, dovrebbe essere il giorno giusto per partire. Fuori c'è ancora mare, ma certamente non possiamo aspettare o pretendere che tutto sia perfetto!
Non posso anticipare niente sulla rotta che faremo, dipenderà dal vento che troviamo sulla strada. Le alternative sono in pratica solo tre: Australi, successiva risalita fino a Tahiti per approvvigionamento di frutta e verdura fresche e ultimo salto contro vento fino alle Tuamotu; oppure: rotta diretta fino a Tahiti, approvvigionamenti e meta finale alle Tuamotu; oppure: Australi e successiva rotta diretta alle Tuamotu, sperando di trovare qualcosa anche là. Le miglia da percorrere possono andare da un minimo di 2000 (improbabile) a un massimo di 2500 (probabile).
Frigo e freezer sono stipati a tappo; anzi, a dire il vero spunta cibo anche da tutti gli armadietti, gavoni e sentine. Quasi quasi c'è da sperare in un po' di cattivo tempo, per non arrivare a destinazione rincicciti come porcellini (come potete immaginare Gigi/Luigi è estraneo a questo rischio, mentre Davide e la sottoscritta...).
Purtroppo i bei tempi de "La Numero Uno" sono finiti e i nostri mezzi di telecomunicazione sono ben più ridotti, che vuol dire che non potremo mandare foto dall'oceano, ma solo testi con i quali cercheremo comunque di farvi "stare con noi".
A proposito di telecomunicazioni: a bordo riceviamo solamente email spedite dallo stesso server al quale noi, per primi, abbiamo spedito il nostro nuovo indirizzo di bordo. Server diversi non vengono riconosciuti e non passano.
Vi lascio e vado in dogana a fare i documenti di uscita dal Paese. Si parte. Brrr...che emozione!!
Un abbraccio da me e dai miei due forti compagni di viaggio Luigi e Davide.
Pur essendo di casa in Nuova Zelanda, paese notoriamente inclemente dal punto di vista meteorologico, raramente, cari amici, abbiamo visto e vissuto un tempaccio come quello degli ultimi 5 giorni. Tra vento a 55 nodi e pioggia torrenziale, non si capiva più niente. Per fortuna avevamo fatto in tempo ad arrivare a nord, nella Bay of Islands, ottima protezione da qualsiasi intemperia e quindi ce ne siamo rimasti lì, a cuccia, in attesa dell'immancabile miglioramento.
Ieri pomeriggio è riapparso il sole, il vento è sceso notevolmente ed è girato a nord. Oggi, mercoledì, dovrebbe essere il giorno giusto per partire. Fuori c'è ancora mare, ma certamente non possiamo aspettare o pretendere che tutto sia perfetto!
Non posso anticipare niente sulla rotta che faremo, dipenderà dal vento che troviamo sulla strada. Le alternative sono in pratica solo tre: Australi, successiva risalita fino a Tahiti per approvvigionamento di frutta e verdura fresche e ultimo salto contro vento fino alle Tuamotu; oppure: rotta diretta fino a Tahiti, approvvigionamenti e meta finale alle Tuamotu; oppure: Australi e successiva rotta diretta alle Tuamotu, sperando di trovare qualcosa anche là. Le miglia da percorrere possono andare da un minimo di 2000 (improbabile) a un massimo di 2500 (probabile).
Frigo e freezer sono stipati a tappo; anzi, a dire il vero spunta cibo anche da tutti gli armadietti, gavoni e sentine. Quasi quasi c'è da sperare in un po' di cattivo tempo, per non arrivare a destinazione rincicciti come porcellini (come potete immaginare Gigi/Luigi è estraneo a questo rischio, mentre Davide e la sottoscritta...).
Purtroppo i bei tempi de "La Numero Uno" sono finiti e i nostri mezzi di telecomunicazione sono ben più ridotti, che vuol dire che non potremo mandare foto dall'oceano, ma solo testi con i quali cercheremo comunque di farvi "stare con noi".
A proposito di telecomunicazioni: a bordo riceviamo solamente email spedite dallo stesso server al quale noi, per primi, abbiamo spedito il nostro nuovo indirizzo di bordo. Server diversi non vengono riconosciuti e non passano.
Vi lascio e vado in dogana a fare i documenti di uscita dal Paese. Si parte. Brrr...che emozione!!
Un abbraccio da me e dai miei due forti compagni di viaggio Luigi e Davide.
lunedì 7 aprile 2008
Partiti
Ricevo da Irene:
Cari tutti,
abbiamo lasciato Auckland stamattina.
I prossimi giorni li passeremo navigando ancora in acque neozelandesi, sperando in un po' di vento che ci permetta di testare il Va Pensiero dopo i quasi quattro mesi di lavori, grossi e piccoli, a cui lo abbiamo sottoposto. A fine settimana è prevista la partenza "vera", quella per la Polinesia.
Un abbraccio e augurateci "buon vento giusto", che questa volta ne abbiamo proprio bisogno...(basta pensare dov'è la Nuova Zelanda, dov'è la Polinesia e da dove soffiano gli Alisei!)
Gigi, Irene e Davide
venerdì 4 aprile 2008
giovedì 3 aprile 2008
Pronti a partire di nuovo
Gigi, Irene e Davide sono pronti a partire per la nuova stagione di crociere.
Party d'addio stasera sul Va' Pensiero, ormeggiato nella marina di Bayswater ad Auckland (Nuova Zelanda).
Party d'addio stasera sul Va' Pensiero, ormeggiato nella marina di Bayswater ad Auckland (Nuova Zelanda).
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