venerdì 10 ottobre 2008

RIFLESSIONI DA TONGA


Questo blog di oggi, oltre ad uscire in ritardo per dei piccoli guai che abbiamo avuto all'antenna della radio (per chi ancora non lo sapesse, tutto il nostro traffico di email viene ricevuto e trasmesso attraverso un sistema che si avvale di un modem collegato a una radio a onde corte), verrà pubblicato senza foto, visto che al momento non abbiamo alcuna possibilità di connetterci a internet. Fra alcuni giorni raggiungeremo Nukualofa, la capitale del regno di Tonga, nell'isola di Tongatapu e senz'altro potrò rifarmi.

Siamo nelle Haapai, il gruppo centrale dell'arcipelago di Tonga, quello meno abitato, quello più povero e negletto dalle barche di passaggio, quello però dove la natura è ancora sufficientemente preservata e incontaminata. Proprio il girovagare di questi giorni da isola a isola, da villaggio a villaggio, incontrando uomini donne e bambini che vivono senza tempo, completamente avulsi da ogni tipo di realtà che non sia la loro, all'oscuro di tutto quello che succede nel mondo, di buono e di cattivo... questi luoghi e questi incontri, dicevo, stridono totalmente con le notizie sempre più preoccupanti e incalzanti che riceviamo sulla profonda crisi finanziaria che sta sconvolgendo il mondo. Le borse internazionali crollano, l'America collassa, il Giappone la segue, le banche falliscono, i risparmiatori sono alle soglie del panico, i governi invitano alla calma e cercano di rassicurare i cittadini.

Negli stessi giorni di queste paure e frenesie che, penso, riempiono tutti i giornali, proprio negli stessi giorni c'è un arcipelago nel sud Pacifico (e sicuramente ce ne sono molti altri) dove tutte queste notizie non solo non arrivano, ma se arrivassero non sarebbero capite e non sarebbero fonte di alcun allarmismo.

Questa esperienza è molto interessante: la nostra realtà quotidiana è fatta di veleggiate, coralli, pesci, baie, ancoraggi e persone semplici e ingenue che spesso non parlano neppure una parola di inglese, ma che, a loro modo, stanno vivendo. Poi torniamo a bordo, apriamo la posta elettronica e l'altra realtà, quella dei problemi internazionali, prende il posto della prima. Entrambe sono serie e hanno diritto all' attenzione e alla considerazione. Entrambe hanno un valore relativo e non assoluto. Fra un mese o due, dopo aver riposto il Va Pensiero in Nuova Zelanda, torneremo in Italia per alcune settimane. Mi chiedo se anche noi saremo sopraffatti e "tirati dentro" o se gli insegnamenti e gli esempi di semplicità che captiamo qui ogni giorno, ci aiuteranno ad essere meno coinvolti e più sereni!

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